Pio XII e gli ebrei by Johan Ickx

Pio XII e gli ebrei by Johan Ickx

autore:Johan Ickx [Ickx, Johan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-12-04T12:00:00+00:00


L’unica condizione, aggiunse, era che: «È assolutamente necessario agire con grande celerità; è questione di giorni, ore, quasi». Monsignor Tardini sottolineò con la matita blu quest’ultima frase. A quel punto, monsignor Waeber accettò la sfida. Avrebbe fatto in modo che, tramite l’intermediazione della Chiesa cattolica e, soprattutto, della Santa Sede, «le porte dei Paesi esteri si aprano a questi poveri bambini. È un compito cristiano, attuato da protestanti, cattolici e circoli neutrali nei confronti delle vittime di razza ebraica».36 Il Bureau prese atto della cosa e il cardinale Maglione aggiunse di mano propria: «La cosa è urgente. Ma che si potrà ottenere? Prego di riferirne al Santo Padre».37

Alla fine di agosto, arrivò un telegramma quasi indecifrabile e che impegnò a lungo i traduttori. Parlava di una lettera di protesta. Quella lettera era stata scritta dal cardinale Gerlier, arcivescovo di Tolosa, e riguardava le tensioni crescenti e le misure del governo di Vichy a Lione contro gli ebrei. Vescovi, quali monsignor Pierre-Marie Théas, a capo della diocesi di Montauban, stavano scrivendo lettere da leggersi dal pulpito a difesa del «rispetto della persona umana».38 Il nunzio non trovò che queste lettere fossero «platoniche», termine che aveva usato in precedenza nel caso di quella ufficiale del cardinale Suhard. Le lettere lette dal pulpito erano più specifiche, più provocatorie e «perfino più forti» di prima.

Alcuni quotidiani allineati con il governo di Vichy interpretarono l’atteggiamento dei vescovi come un tentativo di sabotare l’opera del maresciallo Pétain, il cui obiettivo era promuovere l’unità francese. Infatti, in un altro rapporto inviato via telegramma, il rappresentante del papa, il nunzio Valeri, informava il Bureau che: «Quelli che piglian posizione contro il Governo sono tacciati di anglofili, degaullisti e sabotatori dell’opera di rilevamento intrapresa dal Sig. Maresciallo [Pétain]…».39 Il telegramma affermava che diversi diplomatici avevano inoltrato la lettera del cardiale Gerlier ai rispettivi governi.40 Nel frattempo, monsignor Barbetta, il minutante, approfondì la questione nel proprio ufficio. Secondo lui, le informazioni da parte del vicario generale Waeber di Losanna e quelle inviate dal nunzio Valeri non corrispondevano tra esse, né sull’esatto numero di ebrei né sulla sorte dei loro figli. «Il Vicario parla di 20.000 ebrei “già partiti” e ciò in data 31 agosto: Mons. Valeri invece parla di 4500 già partiti e di 12 mila ancora “concentrati” al Velodromo e ciò in data 24 agosto.»41 Inoltre, il vicario generale svizzero sosteneva che

I figli superiori ai 16 anni «devono» seguire i genitori; gl’inferiori ai 16 a.[nni] «possono» rimanere. Mons. Valeri non distinguere, ma afferma senz’altro che il Sig. Laval ha ottenuto dal Sig. Hitler «che i figli seguono i genitori» e ciò sia per la zona occupata che per quella libera. Sembra che sarebbe opportuno telegrafare a Mons. Valeri per sapere se gli consti che da 3 a 5 mila fanciulli ebrei siano rimasti abbandonati e come intendono i Vescovi provvedervi.42



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